Fabbisogno di personale del Servizio Sanitario Nazionale: bene la richiesta di dati avanzata dal Ministero della Salute alle Regioni. Ma occorre uno sforzo ulteriore

Fabbisogno di personale del Servizio Sanitario Nazionale: bene la richiesta di dati  avanzata dal Ministero della Salute alle Regioni. Ma occorre uno sforzo ulteriore per fornire al decisore ulteriori elementi di analisi utili ad effettuare una adeguata programmazione e pianificazione.

 

L’Associazione Italiana Medici (AIM) esprime apprezzamento per la richiesta urgente, avanzata dal Ministro della Salute alle Regioni,di produrre “dati e parametri aggiornati sul personale sanitario, per la definizione delle contromisure utili a contrastare la carenza di medici specialisti.

<<Questa iniziativa rappresenta un concreto segnale di interessamento da parte del Ministro della Salute nei confronti dell’annoso problema del fabbisogno di professionisti medici>> – dichiara l’AIM– <<Tuttavia, al fine di avere un quadro quanto più esaustivo del contingente quantitativo e qualitativo di medici, nonché di comprendere e governare la complessità del capitolo delle risorse umane in sanità, con le relative differenze su base territoriale, occorre andare oltre il patrimonio informativo nelle disponibilità delle Regioni.>> Le Regioni, infatti, sono state invitate a “fornire entro i primi giorni di settembre le cifre relative alla copertura degli organici dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri, specificando altresì il numero e la tipologia di specialisti carenti e il numero di medici che, pur non avendo avuto accesso alla specializzazione, oggi garantisce di fatto e per necessità operativa l’erogazione delle prestazioni nel SSN”. <<I dati che potranno fornire le Regioni andranno analizzati anche in funzione della riorganizzazione delle reti assistenziali ed alcune Regioni scontano ancora delle importanti lacune e dei ritardi, con particolare riferimento all’ambito delle cure primarie e non solo.>> – continua l’AIM–  <<Inoltre, ci sono Regioni nelle quali, a seguito degli effetti dei Piani di rientro, insistono ancora sacche di “precariato” che va assorbito, mentre ci sono altre Regioni in cui la sanità privata è particolarmente sviluppata. Pertanto, siamo convinti che la attuale carenza di medici possa essere riferibile ad alcuni contesti regionali e che essa possa essere riconducile ad alcuni profili specialistici. La situazione, tuttavia, potrebbe divenire più critica con la fuoriuscita dal sistema, nei prossimi anni, delle attuali coorti dei medici over 55, ivi inclusi i medici di medicina generale. Ma ogni ragionamento va fatto a partire da dati quanto più esaustivi sulla forza lavoro in sanità.>> – incalza l’AIM. <<Per ottenere un quadro aggiornato sui profili di medici in attività nel nostro Paese sarebbe necessario, pertanto, avere accesso anche alle banche dati della FNOMCeO, del COGEAPS e delle Casse previdenziali (ENPAM, INPS), oltre che ad altri flussi informativi istituzionali nelle disponibilità dei Ministeri.>>  Ma neanche questo sarebbe sufficiente, rilancia l’AIM: <<Il sistema salute non può essere più concepito seguendo la logica della suddivisione in comparti e settori, come avveniva in passato! Pertanto, sarebbe di straordinaria importanza integrare i flussi informativi relativi alle risorse umane in sanità all’interno di un unico sistema di data warehouse, al fine di disporre in maniera continuativa di informazioni aggiornate sulle differenti coorti di medici e di professionisti sanitari, operanti tanto nel pubblico quanto nel privato, nonché per riconfigurare le professionalità in eccesso in altri profili invece carenti nel Servizio Sanitario Nazionale.>> Infatti, secondo l’AIM: <<i mutevoli scenari epidemiologici e l’inarrestabile progresso scientifico e tecnologico in sanità impongono la sfida dell’adozione di nuovi modelli organizzativi e, pertanto, richiedono l’utilizzo di strumenti che consentano di prevedere i futuri scenari assistenziali e, quindi, di stimare le dotazioni di personale, tenendo conto anche del task shifting, al fine di fornire elementi indispensabili per mettere il decisore nelle condizioni di effettuare una adeguata programmazione e pianificazione dei fabbisogni di professionalità>>. Queste sono state le premesse che hanno portato i Paesi dell’Unione Europea, Italia inclusa, a sviluppare la Joint Action Health Workforce Planning and Forecasting, esperienza che ha consentito di condividere e sistematizzare le buone pratiche, nonché di sviluppare indicatori e metodologie previsionali, per la definizione del fabbisogno di risorse umane in sanità. Per l’AIM: <<è venuto il momento che l’Italia valorizzi a pieno questi strumenti, anche nell’ottica di poter cominciare a censire, documentare e validare le competenze dei medici e delle altre figure sanitarie.>>

 

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