Superamento del precariato medico: facciamo chiarezza sulla Circolare del Ministero della Pubblica Amministrazione e Semplificazione
Con la emanazione della Circolare applicativa sugli “Indirizzi operativi in materia di lavoro flessibile e superamento del precariato” n. 3 del 23/11/17 del Ministero della Pubblica Amministrazione e Semplificazione relativa al Decreto legislativo 75/2017 (Testo Unico del pubblico impiego) in materia di lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni, sembravano essersi riaperte speranze di stabilizzazione per i giovani e meno giovani dirigenti medici precari del SSN. Si era annunciato che, dal 1 gennaio 2018, le amministrazioni pubbliche avrebbero potuto procedere a varare un piano straordinario di assunzioni per il superamento del precariato nella PA, anche per la dirigenza medica.
Il punto 3.2.8. della predetta circolare, infatti, afferma che “è consentito anche il ricorso alle procedure di cui all’articolo 20 decreto legislativo 75/2017”, includendo le procedure di stabilizzazione, nel particolare richiamando il comma 543 della legge di stabilità 2016, anche per i dirigenti medici cha abbiano maturato, citiamo testualmente “… in data di pubblicazione del bando almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi cinque anni con contratti a tempo determinato…”. Peccato che la norma citata (20 decreto legislativo 75/2017), come puntualmente ricordato dal Sole24ore, non preveda tale fattispecie per i dirigenti medici, inequivocabilmente rivolto al personale “non” dirigenziale, e che una circolare applicativa non possa avere valore di legge. Potremmo quindi, trovarci di fronte all’ennesimo nulla di fatto nonché all’ennesima illusione per migliaia di medici precari, ripiombati nel baratro dell’incertezza, nonostante continuino a garantire il diritto alla salute dei cittadini.
Anche le Regioni sono rimaste spiazzate da questa situazione surreale e, non a caso, dovrebbero discuterne a breve in seno alla Commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni.
Questa è l’ultima chiamata per politica affinchè possa scrivere la parola “fine” a questa ormai decennale piaga, archiviando la stagione degli spot pre-elettorali attraverso un serio intervento in sede legislativa.
Chiudere la stagione del precariato in sanità, infatti, non vuol dire fare un favore ad una categoria di professionisti abbandonati dallo Stato e vittime delle cattive gestioni della sanità pubblica, ma, garantire il diritto alla salute dei cittadini. Governo e Parlamento intervengano – se non ora quando? – in sede di approvazione della Legge di Stabilità prendendosi ciascuno le proprie responsabilità, nell’auspicio che l’Italia possa tornare ad essere un “Paese” normale.