#SAVEAHMAD: AIM E SIGM CHIEDONO LA LIBERAZIONE DEL COLLEGA INGIUSTAMENTE ARRESTATO E CONDANNATO A MORTE IN IRAN


l’Associazione Italiana Medici AIM e il Segretariato Italiano Giovani Medici SIGM si associano all’appello del Centro di ricerca in medicina di emergenza e delle catastrofi (Crimedim) dell’Università di Novara che mira arichiamare l’attenzione delle autorità politiche e dell’opinione pubblica a favore del medico e ricercatore, #AhmadrezaDjalali, incarcerato in Iran da mesi e sul quale pende una sentenza di pena capitale.

Ahmadreza, quarantacinquenne, marito e padre di due bambini, ha lavorato e studiato in Italia, per quattro anni (dal 2012 al 2015), presso il #CRIMEDIM in qualità di ricercatore,e, dopo essersi trasferito in Svezia, da quasi un anno è imprigionato in Iran, Paese natale dove si era recato per motivi personali, con l’accusa di spionaggio contro il governo.

A nulla sono valsi gli accorati appelli dei familiari ed il lunghissimo sciopero della fame cui si è sottoposto volontariamente, che gli ha fatto perdere più di 20 kg, ed ora Ahmadreza attende l’esecuzione della sua condanna a morte.
Il collega, la cui unica colpa è stata quella aver lavorato insieme a ricercatori di ‘Paesi nemici’ per migliorare la capacità operativa di ospedali in paesi affetti da povertà estrema e colpiti da disastri, è stato obbligato a firmare una confessione con la quale si dichiarava colpevole di attività di spionaggio.

SIGM ed AIM chiedono a tutti i medici italiani di contribuire all’iniziativa di far circolare la notizia sul web, utilizzando gli hashtag #AhmadrezaFree e #SaveAhmad, nonchè di sottoscrivere la petizione su change.org predisposta dalla moglie del collega Ahmad.

Link alla petizione:    http://bit.ly/ahmad-change-it

“Caso” costituzione Fondazione OMCeO Siciliani

Resoconto Assemblea generale degli iscritti OMCeO provinciale di Catania e considerazioni relative alla proposta di Bilancio di previsione 2017.

Cari Colleghi,

in data 29 gennaio 2017, presso la sede dell’Ordine dei Medici di Catania, si è tenuta una poco partecipata assemblea degli iscritti dell’OMCEO Provinciale di Catania con il seguente Ordine del Giorno: Relazione del Presidente, Relazione del Tesoriere, Relazione dei Revisori dei Conti e Bilancio di Previsione 2017.

Nel corso dell’assemblea alcuni iscritti sono intervenuti in più momenti per esprimere le loro considerazioni nel merito di alcune iniziative assunte dall’OMCEO Provinciale di Catania tali da avere potenziali significative ripercussioni di carattere istituzionale, segnatamente sull’immagine di quella che dovrebbe essere la casa di tutti i medici ed odontoiatri catanesi, nonché di carattere economico, con riferimento alle poste proposte in bilancio di previsione.

Sulla relazione del Tesoriere, relativamente all’acquisto dell’immobile per la realizzazione del progetto “Casa del Medico”, si è voluto rimarcare, principalmente, l’esoso stanziamento che l’Ente, e quindi gli iscritti, andranno a sostenere per i prossimi 25 anni, ponendo, altresì, il dubbio che si sia proceduto all’acquisto di una sede sovradimensionata rispetto alle reali esigenze degli iscritti, in un epoca in cui, tra l’altro, gli operatori sanitari sono sempre più impegnati ed hanno sempre meno tempo per frequentare corsi residenziali e/o iniziative di aggiornamento.

Altresì, si è posta l’attenzione su alcune voci di spesa, che a parere dei sottoscritti andrebbero soppresse o quantomeno rivisitate, quali:

·      Spese per la comunicazione e l’immagine della categoria a favore di un innovativo progetto di comunicazione pari ad € 50.000,00.

·      Spese per attività di collaborazione e consulenza a di professionisti pari ad  oltre € 90.000,00.

·      Consulenza informatica a sito internet pari ad € 40.000,00.

·      Spese per la formazione professionale degli iscritti pari ad € 70.000

In merito alla formazione professionale e continua degli iscritti è stato evidenziato, in particolare, come già altri organi, quali la FNOMCeO, eroghino corsi ECM, in forma di FAD, di facile accessibilità e, soprattutto, gratuiti.

Inoltre, sulla relazione del Presidente è stato rilevato e contestato come, con riferimento alla costituzione di una Fondazione degli OMCeO siciliani si sia proceduto senza una preliminare condivisione dell’iniziativa con l’Assemblea degli iscritti, relegata, nei fatti, a “subire” tale iniziativa, decisa da pochi, già tradottasi in atti formali (sembra che la fondazione sia stata costituita il 22/11/2016) prima della riunione assembleare. Certamente, opportunità avrebbe voluto che si soprassedesse di qualche settimana rispetto a tale decisione, in modo da poterla demandare agli iscritti in sede di Assemblea. Di per sé, infatti, costituire una Fondazione, al di là delle finalità che essa si prefigge, rappresenta una decisione importante che, a nostro avviso, avrebbe dovuto essere oggetto di adeguata informazione e di ampio e partecipato confronto nel corso di un’Assemblea straordinaria degli iscritti OMCeO con uno specifico punto all’OdG sul tema. Né si comprende il perché ci sia stata tale fretta e tale fuga in avanti, laddove sarebbero bastati un paio di mesi per riportare la questione in sede collegiale.

Ed ancora, sempre in tema di costituzione della Fondazione degli OMCeO Siciliani, sono state espresse alcune brevi considerazioni sia nel merito dell’iniziativa, che sul metodo con il quale è stata gestita questa vicenda. Infatti, a tale Fondazione degli OMCeO siciliani sarebbero demandate (e quindi esternalizzate) numerose delle competenze oggi poste in capo alle istituzioni ordinistiche, che verrebbero quindi svuotate di molte delle loro prerogative, quali ad esempio la formazione professionale degli iscritti. Per di più, il Consiglio di Amministrazione (CdA) che gestisce la Fondazione, è composto in maggioranza dagli attuali Presidenti degli OMCeO, non nella loro qualità, ma come persone fisiche e fondatori.  Ne discende che, numeri alla mano, la maggioranza nel CdA della predetta Fondazione, rimarrà in capo, sino a sopraggiunti impedimenti, a delle persone fisiche, iscritte agli OMCeO siciliani, soltanto incidentalmente Presidenti OMCeO, ma che, in qualità di fondatori, manterrebbero le prerogative di gestire la Fondazione anche perduto lo status di Presidente OMCeO, ovvero sino a sopravvenuta mancanza dei fondatori. Sebbene il Presidente abbia concordato sulla non opportunità di tale disegno della governance della Fondazione, arrivando a ipotizzare una sua dimissione dalla stessa in caso di futura perdita dello status di Presidente, tale posizione non è stata ritenuta soddisfacente dagli iscritti in questione. Infatti, non solo è stato creato un soggetto di diritto privato, esterno all’Ordine, che utilizzerà il nome degli OMCeO siciliani senza la possibilità per gli iscritti di poterne “controllare” le determinazioni e le azioni, ma l’OMCeO sta anche avendo un grave danno di immagine per tale iniziativa, difficilmente sanabile in assenza di chiari segnali di discontinuità. Infatti, risulterebbe che, del progetto di Fondazione OMCeO Sicilia, se ne sarebbe stata data pubblica notizia a Catania, alcune settimane prima, in occasione di un incontro tenutosi a Catania, a sostegno della campagna referendaria costituzionale, cui hanno partecipato numerose autorità politiche nazionali e regionali, oltre che i Presidenti degli OMCeO siciliani. Tale modus operandi si presta ad essere fortemente criticato, poiché si ritiene che nel quadro dell’azione di indirizzo e di coordinamento, ai quali sono chiamati gli Ordini Professionali, non rientrino le attività di sostegno a campagne elettorali referendarie o, meno che mai, pubbliche espressioni di consenso a favore di politici o parti politiche.

Sulla base di tali considerazioni, una minoranza degli iscritti, preso atto di non aver ricevuto risposte soddisfacenti nel merito delle criticità sollevate, ha espresso il voto contrario all’approvazione della proposta del bilancio di previsione 2017. Ad ogni modo, per quanto il Bilancio sia stato approvato a maggioranza dei presenti, dovrebbe essere oggetto di profonda riflessione, tanto per il Presidente che per l’OMCeO tutto, l’evidenza di una scarsissima presenza di iscritti (circa una trentina in totale a fronte di una platea di circa 10mila), la qualcosa potrebbe essere interpretata come un segnale di crescente disaffezione nei confronti dell’operato del Consiglio Direttivo pro tempore.

In questo contesto, sono allo studio eventuali iniziative comuni agli iscritti ad altri OMCeO provinciali, finalizzate a correggere il tiro in riferimento alle iniziative ed alle modalità adottate al fine di costituire la predetta Fondazione degli OMCeO Siciliani.

“Caso” costituzione Fondazione OMCeO Siciliani

Nel corso dell’Assemblea degli iscritti dell’OMCeO (Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri) della Provincia di Palermo, tenutasi in data 16/01/2017, a fronte di chiarimenti richiesti per le vie formali da un consigliere ed alcuni iscritti, il Presidente OMCeO di Palermo non ha fornito risposte a dei quesiti circa la costituzione di una Fondazione degli OMCeO siciliani senza una preliminare condivisione dell’iniziativa con l’Assemblea degli iscritti, chiamata semplicemente a ratificare la decisione in sede di approvazione del Bilancio di Previsione 2017. A tale Fondazione sarebbero demandate (e quindi esternalizzate) numerose delle competenze oggi poste in capo alle istituzioni ordinistiche, che verrebbero quindi svuotate di molte delle loro prerogative.

Inoltre, il Consiglio di Amministrazione (CdA) che gestirà la Fondazione, cui gli OMCeO siciliani conferiranno annualmente una quota proporzionale al loro numero di iscritti (159.000 euro per il solo OMCeO di Palermo), sarebbe composto in maggioranza dagli attuali Presidenti degli OMCeO, non nella loro qualità, ma come persone fisiche e fondatori. Gli attuali Presidenti manterrebbero “a vita”, quindi, essendo fondatori, del CdA della Fondazione, che sarebbe gestita dagli stessi anche in caso di perdita della carica di Presidenti. Di seguito un resoconto dell’Assemblea degli iscritti dell’OMCeO cui si rimanda per gli approfondimenti del caso (in calce al resoconto sono allegati i documenti a supporto dei quesiti avanzati da alcuni iscritti).

 

Resoconto Assemblea degli iscritti OMCeO provinciale di Palermo del 16/01/2017.

Cari Colleghi medici ed odontoiatri iscritti all’OMCeO provinciale di Palermo,

desideriamo darvi contezza dell’esito dell’Assemblea degli iscritti dell’OMCeO provinciale di Palermo, tenutasi in data 16 gennaio 2017 con all’OdG l’approvazione della Relazione del Presidente ed il Bilancio di Previsione 2017 dell’OMCeO di Palermo.

Questo resoconto viene diffuso col fine di esclusivo di fare informazione con spirito di servizio nei confronti di tutti i medici ed odontoiatri iscritti all’OMCeO di Palermo ed agli altri OMCeO siciliani.

In particolare, nel corso dell’Assemblea in questione, è stato oggetto di confronto un documento di “Richiesta di chiarimenti urgenti in merito alla proposta di Bilancio di previsione 2017 OMCeO Provincia Palermo”, inviato per PEC dal Consigliere OMCEO, Salvatore Moscadini, e successivamente depositato a verbale dell’Assemblea a firma di altri medici iscritti all’OMCeO di Palermo.

In sintesi, preliminarmente all’approvazione del Bilancio di previsione, sono stati posti dei quesiti circa una costituenda o costituita “Fondazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e delle Professioni Sanitarie della Sicilia” a fronte del reperimento, tra le maglie del Bilancio, di una specifica voce di spesa “Fondazione Ordini Sicilia” relativa all’impegno di 159.000 euro, che l’OMCeO dovrà annualmente corrispondere alla predetta Fondazione, per alimentarne il fondo di dotazione. Diciamo dovrà, poiché l’Assemblea, a maggioranza, ha approvato la proposta di Bilancio di previsione 2017.

Ma andiamo per ordine, richiamando il contenuto dei quesiti posti, avanzati con l’esclusivo fine di rendere edotta l’Assemblea su alcuni passaggi procedurali poco chiari relativi alla Fondazione in parola, cui, vi anticipiamo, il Presidente Amato non ha inteso, per sua stessa ammissione, dare le puntuali risposte richieste in sede Assembleare, rimandandole alle sedi formali.

Dalla lettura dei verbali del Consiglio OMCeO, cui il Consigliere Moscadini ha chiarito di non avere potuto partecipare per valide ragioni personali rese pubbliche all’Assemblea, è emerso quanto segue:

– in data 27/10/2016, il Presidente dell’OMCeO della Provincia di Palermo ha comunicato al Consiglio che “si è recentemente rafforzata la sinergia delle attività istituzionali con gli altri Ordini dei Medici regionali e si è concordata la costituzione di una Fondazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Sicilia.”;

– in data 14/11/2016 il Consiglio dell’OMCeO della Provincia di Palermo al punto 2 “Determinazioni su comunicazioni del 27-10-2016” ha stabilito che “relativamente alla costituzione di una Fondazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Sicilia, considerato che l’Ordine è chiamato a promuovere la valorizzazione professionale e culturale degli iscritti mediante l’attuazione di iniziative e il costante e continuo aggiornamento tecnico scientifico, coincidente con gli scopi statutari della neo costituenda Fondazione, il Presidente chiede l’approvazione dell’adesione alla Fondazione cui parteciperanno tutti gli Ordini della Sicilia. Il Presidente precisa, altresì, che ciascun Ordine parteciperà con un conferimento in misura proporzionale al numero degli iscritti, la cui consistenza sarà determinata durante la prima riunione assembleare della Fondazione. Il Consiglio, considerata la rilevanza degli scopi del neo costituendo organismo, approva all’unanimità l’adesione alla Fondazione.”.

Dalla lettura dei verbali emerge, dunque, una generica volontà del Consiglio, presenti 10 membri su 17, ad aderire alla Fondazione degli Ordini della Sicilia, ma emerge altrettanto chiaramente che non è stato posto in discussione ed approvazione del medesimo consiglio lo Statuto che avrebbe disciplinato il funzionamento e le modalità di gestione di tale Fondazione.

Di contro, i sottoscrittori del documento di richiesta di chiarimenti, consultando i colleghi di altri OMCeO, hanno avuto notizia che, in almeno un altro OMCeO Provinciale, a corredo di analoga proposta di costituzione di una Fondazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Sicilia, sia stato messo in discussione ed approvazione in Consiglio uno Statuto della “Fondazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e delle Professioni Sanitarie della Sicilia”, un estratto del quale si riporta di seguito:

  1. a) all’ 3 – Patrimonio: “Il patrimonio della Fondazione è costituito:
  • dal fondo di dotazione, determinato dai conferimenti annuali dei Partecipanti di diritto in misura proporzionale agli iscritti, come determinato durante la prima riunione dell’Assemblea Generale, ed altri fondi in conto capitale;“ …omissis…
  1. b) come si evince dall’ART. 5, sono “Partecipanti di diritto, gli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri delle Provincie di Palermo, Catania, Messina, Agrigento, Siracusa, Caltanissetta, Ragusa, Trapani ed Enna i quali, in proporzione ai rispettivi introiti annuali, inseriranno nei propri bilanci la gestione della Fondazione.”
  2. c) all’ 6 – Assemblea Generale: “L’Assemblea Generale è costituita dai “Fondatori”, dai “Partecipanti di diritto” e dai “Partecipanti ordinari”.

L’Assemblea Generale ha i seguenti compiti:

  1. nomina il Presidente della Fondazione, che resterà in carica per cinque anni e sarà rieleggibile. Il primo presidente è nominato per i primi cinque anni dai “Fondatori” nell’atto fondativo; i successivi saranno eletti tra i “Fondatori” o, venuti questi a mancare, tra i Presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Sicilia;” …omissis…
  2. d) all’ 7 – Consiglio di amministrazione: “La Fondazione è retta da un Consiglio di Amministrazione composto da nove membri: il Presidente della Fondazione, di diritto, e otto membri ordinari. Gli otto membri ordinari sono così scelti: quattro dall’Assemblea Generale di cui almeno tre scelti tra i Presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Sicilia; quattro dal Presidente della Fondazione da scegliere tra i Fondatori o, venuti questi a mancare, tra i Presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Sicilia. Il potere di revoca dei consiglieri di amministrazione della Fondazione è una prerogativa riconosciuta ai “Fondatori”, o, venuti questi a mancare, ai “Partecipanti di diritto”, per i quattro componenti di nomina del Presidente della Fondazione; all’Assemblea Generale per i restanti quattro componenti dalla stessa nominati. Il Consiglio di Amministrazione rimane in carica cinque anni ed è rieleggibile.

A metà mandato è facoltà del Presidente della Fondazione procedere ad una rotazione dei membri del Consiglio di Amministrazione di sua nomina, designando altri 4 membri da scegliere sempre tra i Fondatori. Il Consiglio di Amministrazione dura in carica cinque anni. I consiglieri sono rieleggibili.” …omissis…

  1. e) come si evince dall’ 5 – Partecipanti “I partecipanti alla Fondazione si dividono in:

Fondatori, i Dottori Salvatore Amato, Massimo Buscema, Giacomo Caudo, Salvatore Puma, Anselmo Madeddu, Giovanni D’Ippolito, Salvatore D’Amanti, Cesare Ferrari e Renato Mancuso.” …omissis…

Inoltre, attraverso una ricerca effettuata sul web, sono state reperite informazioni circa corsi accreditati per istruttori di BLS-D full adavanced, adulti e pediatrici, già organizzati presso alcune sedi OMCeO siciliane e promossi dalla Fondazione degli OMCeO siciliani, con tanto di scheda di iscrizione riportante in calce la liberatoria sul trattamento dati, riferibile alla predetta Fondazione.

Per di più, da ulteriori approfondimenti fatti consultando gli iscritti di altri OMCeO siciliani, risulterebbe che, del progetto di Fondazione OMCeO Sicilia, se ne sarebbe stata data pubblica notizia a Catania, alcune settimane prima, in occasione di un incontro a sostegno della campagna referendaria costituzionale, cui hanno partecipato numerose autorità politiche nazionali e regionali, oltre che i Presidenti degli OMCeO siciliani.

In relazione a quanto richiamato, occorre condividere alcune brevi considerazioni sia nel merito dell’iniziativa che sul metodo con il quale è stata gestita questa vicenda.

Nel merito. Dalla lettura di questa versione di statuto emerge chiaramente come la gestione della già costituita o pre-costituita Fondazione OMCeO Sicilia (questa è l’unica informazione emersa, seppur in maniera non ben definita, dalla relazione del Presidente Amato all’Assemblea) sarebbe stata posta in capo, nella pratica, ai soci Fondatori (gli attuali 9 Presidenti OMCeO intesi non nel ruolo ma come persone fisiche) e soltanto “venuti questi a mancare” la guida della stessa potrà essere assunta dai Presidenti pro tempore degli OMCeO siciliani. Infatti, analizzando con attenzione il costrutto ed i rimandi dello Statuto, si rileva che il Consiglio di Amministrazione, che regge la Fondazione in parola, è composto da 9 membri:

– il Presidente nominato per i primi cinque anni dai “Fondatori” nell’atto fondativo e rieleggibile (i successivi saranno eletti tra i “Fondatori”);

quattro consiglieri, nominati dal Presidente della Fondazione, e da scegliere tra i Fondatori.

– altri quattro consiglieri designati dall’Assemblea Generale di cui almeno tre scelti tra i Presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Sicilia.

Ne discenderebbe che, numeri alla mano, la maggioranza nel CdA della predetta Fondazione, il cui fondo di dotazione, come ricordato, verrà alimentato dagli OMCeO siciliani, rimarrebbe in capo, sino a sopraggiunti impedimenti, a delle persone fisiche, iscritte agli OMCeO siciliani, soltanto incidentalmente Presidenti OMCeO, ma che, in qualità di fondatori, manterrebbero le prerogative di gestire la Fondazione ad libitum anche perduto lo status di Presidente OMCeO.

E’ chiaro a chi scrive che una fondazione non può che essere fondata da persone fisiche, ma è altrettanto chiaro come l’affidamento ai fondatori, da parte dello Statuto, di un mandato “a vita”, senza la previsione della decadenza dei fondatori dopo la fase di avvio della Fondazione, per di più alimentata dal contributo annuale dei singoli OMCeO, rappresenti qualcosa di alquanto singolare e discutibile.

E siamo, pertanto, giunti al metodo, che, sempre a nostro avviso, presenta dei passaggi procedurali, dal punto di vista amministrativistico e civilistico, che potrebbero essere oggetto di legittima impugnazione da parte degli iscritti. Ma che, prima ancora, presenta delle criticità di carattere democratico.

Di per sé, costituire una Fondazione e impegnare somme ingenti a sostegno della stessa, al di là delle finalità dell’iniziativa, rappresenta una decisione importante che, a nostro avviso, avrebbe dovuto essere oggetto di adeguata informazione e di ampio e partecipato confronto nel corso di un’Assemblea straordinaria degli iscritti OMCeO con uno specifico punto all’OdG sul tema.

Invece, non solo il Consiglio, prima, non sarebbe stato posto nelle condizioni di esprimersi nel merito dei contenuti di uno Statuto, quale che sia, ma, successivamente, neppure l’Assemblea degli iscritti, organo sovrano dell’OMCeO di Palermo, è stata posta nelle condizioni di prendere visione e di esprimersi, preliminarmente, sulla opportunità o meno di costituire una fondazione che esternalizzasse alcune rilevanti competenze degli OMCeO ad un soggetto terzo, nonchè sulle modalità di gestione e di finanziamento della stessa a fronte della quota di iscrizione versata degli iscritti. Sarebbe stata scelta, invece, e lo affermiamo non senza disappunto, la strada di mettere gli iscritti di fronte al fatto compiuto, ovvero di “subire” delle decisioni e delle determinazioni già assunte da pochi, da ratificare, in maniera indiretta, attraverso l’approvazione di un Bilancio di previsione che prevedeva una voce di finanziamento pari a 159.000 euro annue a sostegno della Fondazione OMCeO Siciliani.

Questi i fatti, che offriamo all’attenzione degli iscritti OMCeO della provincia di Palermo e delle altre province siciliane. Questi gli elementi rispetto ai quali, i sottoscrittori della richiesta, hanno ritenuto opportuno chiamare in causa, inserendoli in indirizzo per conoscenza, sia gli organi preposti alla vigilanza sull’operato degli OMCeO, ovvero la Federazione Nazionale degli OMCeO, sia le istituzioni preposte a sovraintendere il processo di accreditamento dei corsi di formazione ECM (il Ministero della Salute e l’Assessorato regionale alla Salute), sia, più in generale, le autorità politiche nazionali e regionali cui l’iniziativa della Fondazione sarebbe stata pubblicamente presentata in pubbliche manifestazioni.

Dispiace rilevare come, in apertura dei lavori dell’Assemblea dei medici e degli odontoiatri della provincia di Palermo, il Presidente Amato abbia tenuto a sottolineare come i lavori assembleari sarebbero stati interamente videoregistrati, creando un clima surreale (ci si chiede l’entità dei costi di tale iniziativa che si reputa offensiva nei confronti degli iscritti presenti, che ricordiamo essere medici ed odontoiatri; ci si chiede se anche le riunioni del Consiglio, a questo punto, non debbano essere parimenti oggetto di videoregistrazione, ci sia consentita la provocazione!).

Dispiace che nel corso dell’Assemblea, in risposta alle legittime richieste di chiarimenti urgenti prodotte dal Consigliere Moscadini e da altri iscritti presenti, il Presidente si sia trincerato dietro inutili formalismi senza offrire risposte nel merito delle criticità sollevate dagli iscritti.

Dispiace, altresì, il tentativo di screditare l’operato del Consigliere Moscadini per le numerose assenze maturate in Consiglio OMCeO, ciò nonostante il consigliere abbia in premessa del suo intervento non solo spiegato la natura degli impedimenti personali, ma abbia offerto le sue pubbliche scuse.

Dispiace, altresì, che il Presidente Amato si sia dichiarato pubblicamente “offeso” dall’iniziativa, più che legittima, assunta dal Consigliere Moscadini, su precisa richiesta di alcuni iscritti all’OMCeO di Palermo, rinfacciandogli di non avere chiesto delucidazioni in via informale al medesimo Presidente circa la Fondazione in questione, alludendo a presunte strumentalizzazioni della vicenda per finalità non meglio precisate.

Riteniamo, invece, che tutti gli iscritti debbano essere grati al consigliere Moscadini per avere, attraverso la sua azione, portato a conoscenza dei più, e reso tracciabili, dei passaggi non conosciuti (e che altrimenti sarebbero rimasti appannaggio di pochi) relativi alla costituzione della Fondazione in questione. E, prima ancora, ringraziamo il consigliere Moscadini per avere ottenuto, grazie alla sua azione decisa, quale primo suo atto di rappresentante nel Consiglio OMCeO di Palermo, l’estinzione dei gettoni di presenza tributati ai consiglieri dell’OMCeO di Palermo, ottenendo al contempo l’abbassamento della quota di iscrizione, la più alta in Italia, per tutti gli iscritti e per i più giovani colleghi in particolare, nonché l’avvio di un’azione di recupero delle quote di iscrizione non versate dagli iscritti inadempienti (tutte iniziative che il corso Amato, ormai più che ventennale, non aveva mai assunto prima delle richieste del consigliere Moscadini). Questo per far notare, laddove ve ne fosse bisogno, che l’operato dei rappresentanti non si dovrebbe giudicare soltanto dal numero di presenze (nessuno disconosce il principio che sia dovere di chi è eletto onorare l’impegno assunto a partire dal presenziare alle riunioni), ma anche dai risultati prodotti. E, se dovessimo giudicare la produttività del consigliere Moscadini prendendo come parametro di misura la quota di iscrizione all’OMCeO, l’aver ottenuto abbassamento della stessa nonchè l’estinzione dei gettoni di presenza dei consiglieri costituiscono di per sé elementi che qualificano un intero mandato di rappresentanza. Che poi il consigliere Moscadini, per conseguire tale risultato in Consiglio, si sia “fatto scudo” del supporto esterno degli iscritti OMCeO e dell’Associazione Italiana Giovani Medici, al fine di superare le resistenze fisiologiche al cambiamento, ciò rientra nelle dinamiche del confronto democratico; neanche questo, a nostro avviso, può rappresentare una nota di biasimo.

Infine, sempre con spirito di servizio, invitiamo a leggere, per chi non lo avesse ancora fatto, il Bilancio di Previsione approvato a maggioranza dall’Assemblea (il Bilancio, come è noto, era disponibile presso gli Uffici dell’Ordine e chiunque avrebbe potuto prenderne visione prima dell’Assemblea, recandosi a ritirarlo fisicamente; tuttavia, non si capisce come mai, visti i potenti mezzi informativi di cui si dispone oggi, esso non venga mandato via e-mail per default a tutti gli iscritti ovvero perché non venga pubblicato nella home page del sito dell’Ordine). Vi invitiamo, nel particolare, e prestare attenzione ad alcune voci di spesa riportate a pag.14 del pdf all’interno della tabella “Quadro generale riassuntivo delle Uscite” con riferimento, a titolo meramente esemplificativo, a:

  • spese correnti per organi istituzionali
  • spese per l’organizzazione e per la partecipazione a convegni, congressi, mostre ed altre manifestazioni, spese per la comunicazione
  • consulenze, compensi occasionali e per speciali incarichi
  • spese di rappresentanza

Pur nel rispetto del voto Assembleare, riteniamo opportuno che tutti gli iscritti, da ora in avanti, anche in ragione della previsione di alcune voci di spesa significative ed “ambiziose”, siano posti nelle condizione di seguire nel tempo l’utilizzo che l’OMCeO di Palermo farà delle risorse versate da tutti gli iscritti.

Per parte nostra, riservandoci di valutare le risposte formali che vorrà darci il Presidente Amato, annunciamo sin da adesso il lancio di una campagna di informazione finalizzata a rendere trasparente, ad ogni livello, l’operato degli OMCeO, attraverso l’acquisizione e la condivisione pubblica di ogni elemento di interesse per gli iscritti medici ed odontoiatri. Siamo convinti che soltanto attraverso una condivisione tempestiva delle informazioni si possa garantire una gestione partecipata degli Ordini professionali e far sì, quindi, che gli OMCeO siano la “casa di tutti” e non di pochi.

Infine, al di là di ogni retro-pensiero, teniamo ad assicurare che continueremo a fornire contributi propositivi e costruttivi al fine di migliorare la condizione di tutti i medici iscritti agli OMCeO, siciliani ed italiani.

proposta bilancio OMCeO PA 2017 Scarica il Bilancio di Previsione 2017 OMCeO Palermo

fondazione statuto Ordini Scarica Statuto Fondazione OMCeO Siciliani

Richiesta di chiarimenti Bilancio Previsione Omceo Pa 2017 Scarica richiesta

AIM: LA PROROGA DELLE GRADUATORIE NELLA P.A. DI UN ANNO NON E’ UNA SOLUZIONE PER LA SANITA’.

In merito all’ipotesi di proroga delle graduatorie in scadenza di tutti i concorsi della pubblica amministrazione sino al 31/12/2017 ad opera del Governo in seno alla Legge di Stabilità 2017, annunciata dal Ministro della Pubblica Amministrazione, l’Associazione Italiana Medici (AIM) ritiene opportuno precisare che, questo tipo di soluzione risulterebbe non risolutiva per quanto attiene la sanità,  segnatamente per tutte quelle Regioni che versano in piano di rientro e per quelle che di fatto non si sono adeguate ancora al decreto del Ministro della Salute del 2 aprile 2015, n. 70. Ne discenderebbe quindi l’impossibilità per le predette Regioni e per le Aziende sanitarie di procedere all’assunzione dei precari storici vincitori o idonei in posizione utile di concorsi a tempo indeterminato.

La sola proroga delle graduatorie esistenti, annunciata dal ministro Madia, non produrre altro che un posticipo di un anno ulteriore delle assunzioni, nonché dello stato di incertezza in cui versano i precari.

Si condivide la considerazione di Saitta, coordinatore degli assessori alla Salute, sulla necessità di espungere dalla Sanità il decreto Madia, per dare possibilità alle regioni virtuose di espletare concorsi ex novo.

Tuttavia rimane il problema nelle regioni in piano di rientro.

Per tali ragioni, l’AIM sostiene l’approvazione dell’emendamento 59.40 al Disegno di Legge di Stabilità 2017, a firma dell’On.Crimì, presentato e dichiarato ammissibile dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, il cui testo si riporta di seguito:

“Dopo l’articolo 59, aggiungere i seguenti:

Comma 13 bis: Con riferimento alle Regioni sottoposte a Piano di Rientro in tema di sanità, laddove necessario al fine di assicurare la continuità nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, nonché l’erogazione delle prestazioni in emergenza-urgenza, nelle more del pieno recepimento del regolamento di cui al decreto del Ministro della Salute del 2 aprile 2015, n. 70, ed in considerazione della scadenza al 31/12/2016 delle graduatorie dei concorsi a tempo indeterminato già espletati, prevista ai sensi della legge 30 ottobre 2013, n. 125, le Regioni in parola e le aziende sanitarie sono autorizzate a procedere all’assunzione del personale sanitario, già vincitore o idoneo collocato in posizione utile, in deroga a quanto previsto dal comma 541 della Legge di n. 208/2015 e dall’art. 1, comma 8, della Legge 8 novembre 2012 n. 189, e nel rispetto della cornice finanziaria di cui all’art. 2, comma 71, della Legge 191 del 2009.

Le predette assunzioni dovranno essere effettuate entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge e conseguentemente la validità delle graduatorie dei predetti concorsi a tempo indeterminato viene prorogata al fine di consentire di porre in essere le procedure di assunzione.

Comma 13 ter: Per le finalità di cui al precedente comma 13 bis, laddove necessario, potrà farsi ricorso alle risorse previste per i processi di assunzione e stabilizzazione di cui al comma 13 dell’art. 59 della presente legge.”

Apprendiamo con soddisfazione e sosteniamo fortemente la proposta del governo di non consentire a chi è già in pensione di poter lavorare nella Sanità privata accreditata, che rappresenta una delle proposte avanzate più volte dall’ AIM.

AIM su Emendamenti Legge di Stabilità 2017

AIM su Emendamenti Legge di Stabilità 2017: Apprezzamento per gli  emendamenti a firma Crimì, Berretta, Piccione, su sblocco assunzione precari storici della sanità, su istituzione Scuola di specializzazione di Medicina Generale e Cure Primarie, su semplificazione del concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione di medicina e su adozione della Laurea Abilitante in Medicina e Chirurgia. L’AIM offre pieno appoggio a tali iniziative assunte in sede legislativa, che, laddove portate a buon fine, recepirebbero le istanze del Comitato “generazione precari della sanità”, consentendo la stabilizzazione dei profili sanitari vincitori o idonei di concorsi a tempo indeterminato, nonché  le storiche richieste e proposte avanzate dai Giovani Medici (SIGM) e dal Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi (CNAS) e condivise e fatte proprie dall’AIM, colmando il gap esistente tra Italia ed Europa in tema di formazione post-lauream.

Di grande impatto, inoltre, l’istituzione della Scuola di Medicina Generale e Cure Primarie, quale naturale evoluzione della Scuola di specializzazione di Medicina delle Comunità e Cure Primarie e delle esperienze dei corsi regionali di formazione specifica di medicina generale. Registriamo con piacere la convergenza su questo tema anche delle associazioni professionali e delle società scientifiche di categoria. 

L’Associazione Italiana Medici (AIM) esprime apprezzamento per i contenuti di alcuni emendamenti presentati in sede di definizione della Legge di Stabilità 2017, presentati in Commissione Bilancio, a firma dell’On. Filippo Crimì ed altri, con riferimento a delle tematiche di impatto strategico per la sanità italiana.

Il primo emendamento (a firma CRIMÌ, BERRETTA, PICCIONE) consentirebbe alle Regioni in Piano di Rientro di procedere allo sblocco delle assunzioni dei precari storici della sanità, rimuovendo le limitazioni introdotte dalla precedente Legge di Stabilità 2016, e preservando i diritti acquisiti dai medici e non medici vincitori o risultati idonei nei concorsi a tempo indeterminato, le cui graduatorie sono prossime alla scadenza il 31/12/2016. Tale sblocco, peraltro isorisorse, in quanto previsto nel rispetto della cornice finanziaria (tetti di spesa), consentirebbe a cascata di poter avviare la stagione dei nuovi concorsi a seguito della rimodulazione delle rete assistenziali, ai sensi del Decreto del Ministro della Salute del 2 aprile 2015, n. 70, da parte delle Regioni in Piano di Rientro in atto inadempienti. Laddove questo emendamento andasse a buon fine, verrebbe recepita la prima parte delle istanze del Comitato “generazione precari della sanità”, che ha preso le mosse in Sicilia e che è stato al centro nelle ultime settimane di importanti iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Su tale emendamento, l’AIM ha registrato il sostegno da parte del Governo ed, in particolare, del Sottosegretario Faraone, il quale, nelle ultime settimane ha dato segnali di diretto interessamento sulla condizione dei precari storici della sanità, e che, nelle ultime ore, ha fatto sapere di essere fiducioso sulla risoluzione di tale vertenza in sede tecnica, di concerto col Ministero dell’Economia e Finanza, il che consentirebbe tempi molto più rapidi di procedere con le stabilizzazioni.

Di grandissimo impatto, inoltre, è il secondo emendamento (a firma FILIPPO CRIMÌ,  FEDERICO GELLI,  MANUELA GHIZZONI, GIUDITTA PINI, PAOLO COVA, STELLA BIANCHI, MARGHERITA MIOTTO) che mira ad istituire la Scuola di specializzazione di Medicina Generale e Cure Primarie, quale naturale evoluzione della Scuola di specializzazione universitaria di Medicina delle Comunità e Cure Primarie e delle esperienze dei corsi regionali di formazione specifica di medicina generale, creando una piena osmosi tra università e territorio. Inoltre, quanti accederanno a tale scuola di specializzazione saranno parimenti titolari di un contratto di formazione e beneficeranno di maggiore remunerazione rispetto alle vecchie borse, ma anche dei diritti correlati. Il medesimo emendamento, inoltre, disporrebbe l’adozione di una graduatoria unica nazionale per l’accesso a tutte le scuole di specializzazione universitarie, ivi inclusa la Scuola di specializzazione di Medicina Generale e Cure Primarie, ponendo dunque le basi per semplificazione del concorso nazionale e per correggere tutte le criticità che si sono registrate nelle precedenti edizioni delle selezioni. Inoltre, verrebbero garantiti ai medici di medicina generale adeguati riconoscimenti ai fini della docenza nelle scuole, oltre che per espletare la funzione di tutor degli specializzandi. In ultimo, verrebbero potenziate le attuali competenze degli Osservatori della formazione specialistica ai fini dell’accreditamento delle scuole di specializzazione, ricomprendendo anche le istituende Scuole di specializzazione di Medicina Generale e Cure Primarie e le Scuole di area sanitaria non medica. A tal fine, verrebbe riconosciuta la rappresentanza in tali organi tanto ai medici di medicina generale quanto ai profili non medici.

Un terzo emendamento (a firma FILIPPO CRIMÌ,  MARIA COSCIA,  MANUELA GHIZZONI, FEDERICO GELLI, STELLA BIANCHI, PAOLO COVA, MARGHERITA MIOTTO), infine, prevede l’adozione della laurea abilitante in medicina e chirurgia,innovazione che consentirebbe di recuperare nel corso di laurea in medicina e chirurgia l’attuale tirocinio post-lauream e, quindi, di eliminare i tempi morti tra laurea ed inizio dell’esercizio della Professione medica, con grande beneficio per i neolaureati.

Trattasi, queste ultime, di storiche richieste e proposte avanzate dai Giovani Medici (SIGM) e dal Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi (CNAS) e condivise e fatte proprie dall’AIM, il cui recepimento colmerebbe il gap esistente tra Italia ed Europa in tema di formazione post-lauream.

Sull’istituzione della Scuola di specializzazione di Medicina Generale e Cure Primarie, inoltre, l’AIM registra con piacere le prime convergenze delle associazioni professionali e delle società scientifiche di categoria, e si rende disponibile al confronto in ogni sede. Di contro, si stigmatizzano alcuni tentativi di contrasto preventivo (ovvero senza aver preso visione del testo dell’emendamento in quanto non ancora presentato al momento della presa di posizione), ad opera di alcuni Ordini, nei confronti dell’iniziativa parlamentare di evoluzione dei corsi regionali di formazione specifica di medicina generale in specializzazione, in linea con gli standard di qualità Europei. Si spera che tali posizioni non siano dettate da interessi localistici.

In attesa di conoscere l’esito sull’ammissibilità dei citati emendamenti, riservandosi di proporre eventuali richieste di revisione in sede di rimodulazione dei medesimi da parte del Governo e del Relatore, l’AIM coglie l’occasione per ringraziare tutti i sottoscrittori degli emendamenti per aver recepito le proprie istanze.

AIM su Legge di Stabilità 2017: nell’ultimo giorno utile per la presentazione degli emendamenti, rivolgiamo un appello al Parlamento ed al Governo.

AIM su Legge di Stabilità 2017: nell’ultimo giorno utile per la presentazione degli emendamenti, rivolgiamo un appello al Parlamento ed al Governo affinchè si destinino adeguati investimenti per il ricambio generazionale all’interno del SSN. No ad un adeguamento contrattuale indifferenziato per tutti i dirigenti medici, sulla base della sola anzianità di servizio; Piuttosto, si investano parte delle risorse aggiuntive del Fondo Sanitario Nazionale  per premiare la produttività dei medici e per rimpinguare la già esigua dotazione finanziaria destinata alle nuove assunzioni.

Nell’ultimo giorno utile per la presentazione degli emendamenti alla Legge di stabilità 2017 in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, l’Associazione Italiana Medici (A.I.M) rivolge un accorato appello al Parlamento ed al Governo affinchè si destinino adeguati investimenti a sostegno del ricambio generazionale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale:  <<Diciamo no ad un adeguamento contrattuale indifferenziato per tutti i dirigenti medici, ovverossia sulla base del criterio esclusivo dell’anzianità di servizio, che da sempre penalizza le giovani generazioni che, invece, rappresentano la componente col maggiore potenziale produttivo in sanità. – dichiara l’AIM – Piuttosto, si investano parte delle risorse aggiuntive del Fondo Sanitario Nazionale, già individuate per il rinnovo dei contratti, in modo premiare le competenze e la produttività dei medici, misurate in base agli esiti, nonchè per rimpinguare la già esigua dotazione finanziaria destinata alle nuove assunzioni, pari a soltanto 75 milioni di euro, di cui al comma 13 dell’art. 59 del Disegno di Legge di Stabilità 2017.>>

Sino ad oggi, l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza è stata garantita dai sacrifici di tutti i medici e dei profili non medici, e, tra questi, anche dai precari titolari di contratti a tempo determinato ed atipici, ovvero dalle generazioni più giovani che, peraltro, risultano essere oggettivamente svantaggiate rispetto alle precedenti generazioni, non soltanto per i noti problemi connessi alla condizione del precariato (discontinuità di rapporto, mancati scatti stipendiali, mancato rinnovo dei contratti per le donne medico in stato di gravidanza, ecc.), ma anche, ad esempio, per le previsioni sconfortanti in merito ai riconoscimenti pensionistici.

<<La forza produttiva che la componente giovane della Professione medica può offrire, al di là del sacrosanto riconoscimento da tributare in termini di stabilizzazioni e nuove assunzioni a tempo indeterminato, consentirà altresì di sgravare la rimanente parte dei dipendenti pubblici della sanità dagli attuali eccessivi carichi di lavoro, diventati ormai insostenibili, anche in risposta all’esigenza di adeguamento alla normativa sui riposi compensativi. – continua l’AIM – Chiediamo uno scatto d’orgoglio alla politica, affinchè si assumano iniziative che escano fuori dagli schemi, adottando politiche lungimiranti in tema di risorse umane in sanità>>.

L’AIM non può fare a meno di registrare, infine, una mancata presa di posizione sul dibattito sollevato in tema di ricambio generazionale tanto da parte degli Ordini Professionali, FNOMCeO in testa, quanto di una generazione sindacale, ormai attempata, che sembrano curare preminentemente gli interessi di chi è in uscita dal sistema e che poi, magari, una volta in quiescenza, si ritroverà a prestare la propria opera in case di cura private accreditate, ricorrendo ad espedienti quali i rapporti di consulenza o i contratti libero professionali.

AIM su Legge di Stabilità 2017

AIM su Legge di Stabilità 2017: bene l’incremento della dotazione del Fondo Sanitario Nazionale, tuttavia, la manovra non stanzia adeguati investimenti per il ricambio generazionale all’interno del SSN. Si eviti di adottare un adeguamento contrattuale indistinto per tutti gli operatori sanitari, ma si propone in alternativa di utilizzare il Fondo per i rinnovi contrattuali della Pubblica Amministrazione dedicato alla sanità, al fine di finanziare le premialità per quanti, già in ruolo, vogliano offrire un contributo aggiuntivo, nonché per implementare il fondo per la stabilizzazione dei profili sanitari.

Legge di stabilità 2017: bene l’incremento della dotazione del Fondo Sanitario Nazionale, tuttavia, la manovra non stanzia adeguati investimenti per il ricambio generazionale all’interno del SSN. L’AIM sfida il Governo e propone: si quantifichi la quota parte del finanziamento all’interno del “Fondo per i rinnovi contrattuali nella Pubblica Amministrazione” destinato al rinnovo dei contratti in sanità, quindi, si attinga ad una parte di tale riserva per implementare il fondo per la stabilizzazione dei profili sanitari, a fronte di una attuale previsione insoddisfacente della dotazione del relativo capitolo di spesa. Si utilizzi, quindi, la quota parte della sanità del Fondo per i rinnovi dei contratti della Pubblica Amministrazione esclusivamente per prevedere il finanziamento delle premialità e non per disporre un adeguamento contrattuale per tutti indistintamente. Se, da una parte, è vero che i LEA, ad oggi, sono stati garantiti dai sacrifici di tutti i profili medici e non medici, tra questi anche dai titolari di contratti a tempo determinato ed atipici, dall’altra, è pur vero che le giovani generazioni risultano essere oggettivamente svantaggiate rispetto alle precedenti generazioni, non soltanto per i noti problemi connessi alla condizione del precariato, ma anche, ad esempio, per le previsioni sconfortanti in merito ai riconoscimenti pensionistici. Chiediamo, pertanto, che si investa anche sulle più giovani generazioni, a partire dagli attuali precari ed aprendo le porte del SSN anche ai più giovani. Le energie fresche e la vis produttiva che la componente giovane degli operatori sanitari potrà offrire, al di là del sacrosanto riconoscimento in termini di stabilizzazioni e nuove assunzioni a tempo indeterminato, consentirà altresì di sgravare la rimanente parte dei dipendenti pubblici della sanità dagli attuali carichi di lavoro, diventati ormai insostenibili, anche in risposta all’esigenza di adeguamento alla normativa sui riposi compensativi. Chiediamo al Governo di assumere iniziative innovative e politiche lungimiranti in tema di risorse umane in sanità, ma chiediamo anche piena convergenza su tale proposta ai Sindacati ed agli Ordini Professionali e, quindi, rivolgiamo loro un appello affinché quelle che, sino ad oggi, sono state delle semplici dichiarazioni di intenti, possano trasformarsi in atti concreti.

Emergenza precariato sanitario in Sicilia: AIM Sicilia sottoscrive il Manifesto del Comitato Regionale “Generazione Precari della Sanità Siciliana”.

L’Associazione Italiana Medici (A.I.M) – Sicilia condivide e sottoscrive i contenuti del Manifesto del Comitato Regionale “Generazione Precari della Sanità Siciliana”, nato in risposta all’emergenza sul precariato sanitario in atto Sicilia. <<Condividiamo i contenuti del Manifesto, nonché lo spirito ed il metodo di lavoro adottati dal Comitato, lontani dalle logiche di appartenenze a sigle o interessi di parti.>> – dichiara l’A.I.M Sicilia – <<Nonostante gli annunci di concorsi per migliaia di operatori sanitari ed i malcelati tentavi di rimpallarsi le responsabilità con lo Stato centrale, è ormai sotto gli occhi di tutti lo stato inerziale e l’impasse che si sono venuti a creare a seguito della mancata rimodulazione della rete assistenziale (territoriale, ospedaliera e delle emergenze-urgenze), riconducibili tanto all’incapacità gestionale, quanto al prevalere degli interessi territoriali della politica regionale.>>

Si riporta di seguito il testo del manifesto, al fine di darne massima diffusione.

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AIM Sicilia su annunci di stabilizzazione per 700 tra medici ed infermieri a seguito del varo del Decreto Legge di Stabilità annunciato dal Governo nazionale: l’Assessore regionale alla Salute ha perso un’altra occasione per tacere!

<<L’Assessore regionale alla Salute ha perso un’altra occasione per tacere!>>. Questo il commento laconico dell’Associazione Italiana Medici (AIM) – Sicilia, nell’apprendere, a mezzo stampa, delle dichiarazioni rilasciate dall’Assessore regionale alla Salute, On. Baldo Gucciardi, in riferimento ai contenuti del Decreto Legge di Stabilità 2017, che, laddove licenziato dal Parlamento senza modifiche ulteriori, consentirebbe la “stabilizzazione” di 700 tra medici ed infermieri nelle Aziende Sanitarie siciliane.

 “Un risultato straordinario sul piano politico“, ha dichiarato l’On. Baldo Gucciardi, quasi a voler condividere i meriti col Governo Nazionale per gli effetti dell’annunciato incremento del Fondo Sanitario Nazionale, pari a circa 2 miliardi di euro, uno dei quali dovrebbe essere destinato ai vaccini ed all’assunzione di infermieri e medici.

Tuttavia, “<<Non si tratta delle stabilizzazioni legate alla riorganizzazione della rete ospedaliera perché per quelle deve essere prima definito il fabbisogno“. Per quelle, precisa il Ministero della Salute, si aspetta ancora il piano che deve essere spedito dalla Sicilia” (Cit. La Repubblica).

Ma, pur volendo ipotizzare che l’Assessore Gucciardi non si riferisse alle futuribili assunzioni derivanti da una riorganizzazione nei fatti ancora non realizzata, nonostante abbia avuto quasi due anni di tempo per recepire le normative nazionali, al pari di quanto già fatto da altre Regioni, bensì intendesse fare riferimento alla chiamata in ruolo dei legittimi vincitori di concorso a tempo indeterminato, le cui graduatorie sono in scadenza il 31/12/2016, risulta ancor più incomprensibile la sua ulteriore affermazione: “Si apre adesso la delicata fase della contrattazione con i sindacati”. Infatti, considerando che questi medici sarebbero già garantiti dall’aver vinto un concorso già espletato, e che la maggior parte di questi ricopre già quelle posizioni di lavoro, se pur a tempo determinato, non si comprende a quale presunta contrattazione faccia riferimento l’Assessore Gucciardi.

<<A seguito della mancata riorganizzazione della rete territoriale, della rete ospedaliera e della rete delle emergenze, la sanità siciliana è allo stallo. L’Assessore non è stato in grado in due anni di effettuare il riordino della sanità siciliana creando lo stallo totale e, con essa, anche l’avvio del ricambio generazionale al suo interno. – continua l’AIM Sicilia All’atto del suo insediamento l’Assessore Gucciardi ha annunciato concorsi in sanità per l’assunzione di ben 5 mila tra medici e professionisti sanitari, con sue ulteriori stime al rialzo sino alle 8 mila unità. Tuttavia, di nuovi concorsi e di nuove assunzioni, sin quando la riorganizzazione non verrà realizzata, non ve ne potrà essere traccia. Chi ha prodotto tale sfacelo abbia almeno la decenza di non prendersi meriti altrui per coprire i propri demeriti. Ci saremmo aspettati sobrietà e rispetto, invece che proclami su “risultati straordinari”.>>.

Questo nuovo errore di comunicazione dovrebbe rappresentare un ulteriore elemento di riflessione per indurre il Governo nazionale ad intervenire per commissariare la Sanità siciliana, rimuovendo gli attori responsabili dello sfacelo attuale, come richiesto dai giovani medici e dai medici precari siciliani attraverso un appello rivolto al Presidente della Repubblica, annunciando che “in assenza di segnali concreti in risposta al presente appello, non senza dispiacere, annunciamo la nostra intenzione ad astenerci dalla partecipazione al prossimo referendum confermativo sulle modifiche della Costituzione Italiana, rinunciando al nostro diritto di voto, a prescindere da qualunque orientamento singolarmente maturato, quale atto estremo conseguente ad una situazione non più sostenibile in quanto non rispettosa della condizione di cittadini, prima ancora che di professionisti”.

Legge di Stabilità 2017: posizione dell’AIM sull’annuncio del Governo relativo all’incremento del Fondo Sanitario Nazionale con 2 miliardi di euro.

Associazione Italiana Medici: “Segnale positivo, ma esprimiamo cautela, visti i precedenti ed in ragione delle trattative in corso con Bruxelles sulla sostenibilità della manovra finanziaria. Il Governo intervenga sulle Regioni in ritardo sulla riorganizzazione del proprio SSR. Si provveda, intanto, alla immediata proroga delle graduatorie di merito vigenti.”

Era il 9 febbraio del 2016 quando la Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ospite alla trasmissione televisiva Ballarò, incalzata dalla presenza in studio di una delegazione dei medici precari storici annunciava la futura disponibilità del così detto “tesoretto” per la Sanità. Certamente, tale notizia venne accolta positivamente, ma l’Associazione Italiana Medici (AIM), attraverso un proprio comunicato ripreso dalla stampa, tenne a richiedere che “parte di questo tesoretto venga prioritariamente destinato alla valorizzazione delle risorse umane del SSN, a partire dal ricambio generazionale e dal superamento del precariato.” e proseguì affermando che “l’annunciato  tesoretto, anche laddove le previsioni venissero confermate, potrebbe essere disponibile soltanto a partire dal 2017. Non si risolverebbe, pertanto, il problema della scadenza entro il 31 dicembre 2016 della proroga concessa a tutte le graduatorie concorsuali esistenti per effetto del Decreto D’Alia, studiata proprio per garantire un risparmio sull’espletamento di nuovi concorsi e riassorbire i precari storici”.

Nella giornata di ieri, il Governo ha annunciato che parte dei fondi (circa 1 miliardo di euro) che verrebbero stanziati in sede di approvazione della Legge di Stabilità 2017, verranno destinati ai vaccini ed ai concorsi per infermieri e medici, riproponendo nei fatti quanto già annunciato nella manovra precedente, ovvero l’avvio delle procedure di “stabilizzazione” dei precari storici vincitori di concorso a tempo indeterminato e di quei profili necessari a coprire le attuali gravi carenze nel SSN. Sembra di vivere un “deja vu”, che ci riporta indietro di un anno. Annunci di avvio di procedure concorsuali che, lo scorso anno, furono sconfessati in fase di approvazione della manovra finanziaria, ripiegando di fatto solo su “interventi tampone”, che hanno portato ad incrementare le sacche di precariato, senza far registrare una reale inversione di tendenza nel senso della valorizzazione delle risorse umane in sanità. Pur esprimendo un giudizio positivo sull’ipotesi di stanziamento di finanziamenti aggiuntivi da destinare al ricambio generazionale nel SSN, è legittimo, pertanto, esprimere cautela sugli interventi annunciati, che, oltre che ad essere tardivi, rischiano di essere vanificati dalle trattative in corso con Bruxelles sulla sostenibilità della manovra finanziaria. Resta, altresì, da capire quale sarà il destino delle graduatorie dei concorsi in scadenza il 31 dicembre 2016, che, con l’arrivo del 2017, in assenza di opportune proroghe, potrebbero essere spazzate via con il “brindisi di Capodanno” assieme a tutte le legittime aspettative di quanti, con dedizione e sacrificio, hanno sostenuto per anni il SSN, garantendo sempre il diritto alla salute ai cittadini. Ad, oggi, infatti, sussiste il rischio che questi medici, dal primo gennaio 2017, si troveranno a dover sostenere e vincere un nuovo concorso, l’ennesimo, ma utile soltanto ad esitare l’ennesima graduatoria di merito, ovvero a prolungare il tempo di permanenza nel loro purgatorio. E tutto magari, si registrerà mentre ci si troverà in piena campagna elettorale.

Auspichiamo, pertanto, che, al di là del fisiologico scetticismo della nostra Associazione e delle migliaia di medici precari, di ogni ordine ed età, il Governo mantenga le promesse e chiediamo, anzi, che vada oltre, mettendo in campo un programma strutturale di ricambio generazionale in seno al sistema salute, creando i necessari presupposti, che non consistono soltanto nel reperire risorse aggiuntive, bensì nell’intervenire al fine di sostenere il riordino e la riorganizzazione del SSN, assumendosi le sue responsabilità politiche e rimuovendo, quindi, a livello regionale gli ostacoli e gli attori che, ad oggi, non sono stati capaci di avviare il cambiamento ma che, anzi, lo hanno osteggiato con politiche dissennate e clientelari.

Laddove ciò non dovesse avvenire, il Governo sarebbe da considerare “meritevole” soltanto di aver adottato delle semplici, ma inutili, soluzioni tampone, nonchè connivente delle pessime gestioni della sanità regionale.

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